La favola di Pinocchio, raccontata a grandi e piccini per parlare di lavoro minorile, sfruttamento e speranza. Un grande lavoro corale che parte dal testo di Collodi, con il patrocinio dell’International Labour Organization delle Nazioni Unite.
Direzione artistica Carlo Senatore, Stefano Vicelli, Elena Borzoni, Antonella Nacca, Paolo Beretta
Testo e regia teatrali di Andrea Piazza
Interpreti Stefano Francescato, Eugenio Paglino, Andrea Piazza, Lara Princisvalle, Janira Salice
Coro Rete dei Cori Scolastici “Cantatutti” e “Cantadocenti”, Coro Le Voci Bianche di Novara
Orchestra Ensemble Strumentale “Pietro Generali”, Scuola di Musica Dedalo di Milano
produzione International Labour Organization in collaborazione con Compagnia teatrale della Civetta
debutto giugno 2015, Borgo medievale del Valentino, Torino
Quattro bambini e un racconto, la favola di Pinocchio, a legare le loro storie: Sara è nata in quella parte d’Europa ricca, pacificata e democratica, non lo ha chiesto, è successo e basta, ma Mothusi, Asha e Abbas non hanno avuto la stessa fortuna, nati rispettivamente tra le miniere dell’Africa, nell’India delle caste e tra le bombe della Sierra Leone. Sono quattro bambini, nulla di più, ma tre di loro sono dovuti diventare adulti prima del tempo, costretti a lavorare, faticare, combattere per poter sopravvivere. E se quel bambino è Abbas non significa che non avrebbe potuto essere Sara. Uno spettacolo che racconta attraverso una favola la storia dei 168mila bambini lavoratori del mondo e la storia della speranza in un futuro dove l’infanzia possa essere solo infanzia.
Non ricordo l’ultima volta che ho giocato a palla, dopo dieci ore in miniera anche se hai 13 anni vuoi solo stenderti e dormire. Certe volte mi capita di cadere sul lavoro e il capo mi insulta e mi picchia, ma tu devi essere forte. Quello che accadde dopo è la storia di un burattino che vuol diventare un bambino.
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